Fa discutere la decisione della Fifa di assegnare il Mondiale del 1994 agli Stati Uniti, paese senza particolari tradizioni calcistiche. L’intento di propagandare in quell’immenso Paese il gioco più bello al mondo è palese e la manifestazione decolla anche sotto l’aspetto del pubblico.
Numerose le novità rispetto al passato: la Fifa, con l’intento di salvaguardare i talenti, istituisce l’espulsione per i falli da tergo; inoltre, per la prima volta, la vittoria viene premiata con tre punti.
Ovviamente non mancano nemmeno le critiche: fa soprattutto discutere, e a ragione, l’orario delle partite. Il caldo è torrido e pur di trasmette in Europa a un orario con grande appeal, tante partite inizio a mezzogiorno ora USA.
Tra le squadre approdate alle fasi finali mancano nomi importanti come Francia, Inghilterra e Portogallo. Numerose anche le sorprese nei turni eliminatori: tra tutti le sorprese Arabia Saudita, che batte il Belgio, e Nigeria che vince contro la Bulgaria di Hristo Stoičkov.
Il meccanismo della manifestazione, essendo ancora il Mondiale a 24 squadre, dà spazio anche alle quattro migliori terze classificate nel girone: se ne avvantaggiano l’Argentina priva di Diego Armando Maradona e l’Italia di Sacchi e Baggio.
L’ultimo atto si gioca al Rose Bowl di Pasedana fra il Brasile e l’Italia. Per la prima volta il titolo Mondiale, dopo 120 minuti chiusi sul nulla di fatto, si assegna ai calci di rigore: tra i nostri sbagliano Baresi, Massaro e Baggio, che consegnano il titolo agli auriverde di Carlos Alberto Perreira, tra cui giocano gli “italiani” Taffarel e Aldair. Nella lotteria finale dei rigori poteva finire diversamente, ma non c’è dubbio che il Brasile ci è superiore e su tutti spicca il bomber Romario.
Scheda Mondiale
Edizione
XV
Periodo
dal 17 giugno al 17 luglio 1994
Paese organizzatore
Stat Uniti d’America
Città ospitanti
Boston, Chicago, Dallas, Detroit, New York, Orlando, Pasadena, San Francisco e Washington
Classifica finale
Brasile 1°, Italia 2°, Svezia 3°, Bulgaria 4°
Spettatori totali
3.587.538
Spettatori per partita (media)
68.991
Partite giocate
52
Marcatori
79
Gol realizzati
147
Gol a partita
2,82
Rigori concessi
15
Giocatori schierati
428
Giocatori espulsi
15
Il più giovane
Rigobert Song (Camerun) 17 anni e 353 giorni
Il veterano
Roger Milla (Camerun) 42 anni e 39 giorni
Arbitro italiano
Pierluigi Pairetto
Record
I record di questo mondiale si giocano tutti in una sola partita: Russia-Camerun, che non è più valevole per nulla, considerato che entrambe le nazionali erano oramai eliminate, ma che vede delle statistiche che rimarranno nella storia. Infatti Oleg Salenko mette a segno ben cinque gol (mai successo al Mondiale) e Roger Milla è il calciatore più anziano mai sceso in campo, ed avendo anche segnato, è anche il bomber più anziano della storia della Coppa del Mondo dall’alto dei suoi 42 anni e 39 giorni.
I protagonisti
Roberto Baggio (Italia): Destinato sempre a far discutere. Uno degli ultimi grandi talenti del calcio nostrano: un destro che gli consente invenzioni illuminanti negli assist e splendore nelle finalizzazioni.
Romario (Brasile): non gode di grande popolarità tra i compagni, i suoi gol valgono comunque alla Seleçao il titolo Usa ’94. Gioca in poco più di un metro quadrato, non partecipa alla manovra e finalizza soltanto. Insomma si tratta di un cobra d’area di rigore.
Carlos Dunga (Brasile): un combattente, il vero leader del Brasile campione del mondo. Per noi non rappresenta una sorpresa: ha militato nel Pisa, nella Fiorentina e nel Pescara litigando e polemizzando con tecnici e presidenti. Sul campo però offre tutto sé stesso: regista e baluardo difensivo, un esempio di abnegazione e di attaccamento ai colori sociali.
Diego Armando Maradona
Difficile pensare a un addio più amaro. A USA 94, dopo il match tra Argentina e Nigeria, proprio alla vigilia della terza e ultima partita del primo turno di qualificazione (contro la Norvegia), il capitano della Seleccion biancoceleste Diego Armando Maradona, reduce da un lunghissimo periodo di estenuante rieducazione, all’esame anti-doping è trovato positivo all’efedrina e ad altre sostanze proibite.
Non c’è scampo, l’immediato verdetto è la sospensione; la Fifa farà seguire la squalifica di un anno, sanzione che mette fine alla carriera dell’ormai trentaquattrenne Pibe de Oro, un grande del calcio, la cui vita dissoluta ne ha sporcato l’immagine, non certo il talento.
Il ricordo più drammatico di quel mondiale è il volto di Maradona che, con un’espressione quasi diabolica, corre a esultare verso la telecamera che ne ha appena ripreso il magnifico gol segnato contro la Grecia.
Franco Baresi
Sono 22 i giorni impiegati dal capitano azzurro Franco Baresi per recuperare dall’operazione al menisco. Il milanista si infortuna nelle battute iniziali del secondo tempo della gara contro la Norvegia (sostituito da Apolloni), giocata il 23 giugno. Tre giorni dopo è operato in artroscopia al ginocchio destro, rientra in squadra il 17 luglio in tempo per la finalissima contro il Brasile. Quel giorno, al Rose Bowl di Pasadena, resta in campo per gli interi 120 minuti e va a battere il primo rigore per l’Italia che purtroppo sbaglia (dopo di lui sbagliano anche Massaro e Baggio). Il titolo va alla Selecao: di quel giorno il trentaquattrenne capitano si ricordano le lacrime che solcano le rughe di un volto disfatto dalla fatica. Una dignitosa e commovente immagine di calcio da ricordare.
Nel novembre 1991, a qualificazione per Euro 92 oramai compromessa, la Federazione decide di sostituire il CT Vicini con Arrigo Sacchi. Gli Azzurri, senza grossi problemi, si qualificano per USA 94.
Proprio in occasione della compilazione della rosa dei 22 per la trasferta americana, il CT dimostra tutta la sua propensione ad avvalersi di uomini che ha già avuto modo di avere a disposizione nelle squadra di club. Sono infatti 11 (la metà del totale) i calciatori che Sacchi già conosce e si tratta di 7 milanisti (Albertini, Donadoni, Maldini, Baresi, Costacurta, Massaro e Tassotti), due parmensi (Bucci e Minotti), un sampdoriano (Evani) e un torinista (Mussi).