Cosa non ha funzionato nell’Italia?

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Mario Balotelli
Mario Balotelli con la maglia "why always me" (tradotto, "perché sempre io?")

Oramai sappiamo che Cesare Prandelli aveva un progetto tecnico che non è riuscito a portare a termine, proprio per questo motivo ieri sera, dopo l’annuncio negli spogliatoi, si è presentato davanti ai microfoni e l’ha fatto sapere alla nazione intera.

Dimissioni per il CT e per il numero uno della FIGC, Giancarlo Abete.

Gli errori sono stati tanti, primo fra tutti sentirsi dei campioni per aver battuto una fiacca Inghilterra e quando il commissario tecnico avrebbe dovuto predicare calma, forte della difesa che non funzionava, forte di un attacco inesistente, anziché andare in giro a dire che sì, avevamo battuto l’Inghilterra ma c’era tanto lavoro da fare, Prandelli diceva che

È una vittoria che rimarrà nella storia

Ecco così che gli imbattibili italiani hanno sottovalutato la piccola Costa Rica, la quale non aspettava altro per mettere a segno il risultato.

Si arriva così alla terza partita da dentro/fuori ed è normale che ci sia paura, inoltre con l’Uruguay ci sta pure che tu possa perdere.

Ma gli errori non si fermano qui, perché se è vero che Cassano, dopo la partita con gli inglesi, a tavola si è lamentato della gestione, a tal punto da spaccare un bicchiere e far intervenire Buffon che l’ha reguardito, allora significa che nello spogliatoio non c’era nemmeno questa armonia che si andava raccontando.

Si racconta anche di un Balotelli triste e chiuso in sé stesso, fino al punto da non parlare con gli altri per ben 4 giorni, solo perché si sentiva la responsabilità del gol sbagliato contro la Costa Rica, quel gol che ci avrebbe aperto le porte degli ottavi.

In un gruppo, in uno spogliatoio compatto ciò non avviene. Poiché se ti azzardi a spaccare un bicchiere oppure a isolarti, gli altri ti mettono in mezzo, ti recuperano…

In un ambiente così non è impossibile credere a ciò che sembra sia avvenuto tra il primo e il secondo tempo di ieri, quando SuperMario è stato sostituito.

Dentro Parolo, centrocampista, fuori Balotelli, nervoso, ammonito, inutile in campo ma pur sempre una punta, quantomeno in grado di impegnare un difensore in più in marcatura.

Da quel momento la partita è cambiata, ma non solo sullo schema, non solo perché l’Uruguay aveva il pallino del gioco, sembrava che gli Azzurri, tutti gli azzurri, non ci fossero più con la testa… ma perché?

Sembrerebbe che Mario non l’abbia presa bene la sostituzione e infatti quando dopo dieci minuti del secondo tempo è tornato in panchina con gli occhi lucidi e nuovamente chiuso in sé stesso l’Italia intera si è resa conto che qualcosa non andava.

Sospetti confermati da Gigi Buffon il quale dice a fine partita:

Tutti dite che la vecchia guardia si deve fare da parte, ma quando c’è da tirare la carretta siamo proprio noi che scendiamo in campo.

Parole confermate da Daniele De Rossi, che non ha giocato per infortunio ma che dichiara:

In futuro abbiamo bisogno di giocatori, non di figurine.

Cosa non ha funzionato allora nella squadra, perché a inizio partita sulla panchina si sorrideva e nel secondo tempo, prima di subire il gol, tutti erano con le facce lunghe e in silenzio?

Il sospetto che Balotelli centri qualcosa viene quando proprio lui, mentre la squadra è chiusa nello spogliatoio a colloquio, lascia la comitiva e va in pullman da solo, rimanendoci per circa un’ora, fino a quando non lo vanno a prendere e lo portano giù a forza poiché Andrea Pirlo annuncia il suo addio e lo stesso fa Prandelli dimissionario, allora Mario non può non esserci, deve essere dentro, con gli altri a guardare e sentire.

Ecco dove sono gli errori italiani, non sul campo, non nell’arbitro, che certamente non ha brillato, ma nello spogliatoio.