In Italia le strade sono vuote, si stima che davanti alle TV gli italiani in trepidazione per la finalissima contro la Germania Ovest siano 37 milioni.
Il sigillo definitivo a una domenica sera da urlo arriva dal compianto Nando Martellini, con l’improvvisato triplice commosso annuncio “Campioni del Mondo! Campioni del Mondo! Campioni del Mondo!” dà il via a una nottata di semplice follia, caratterizzata da caroselli d’auto in ogni dove.
Una festa di popolo, un momento di corale soddisfazione dopo anni per il nostro mondo pallonaro tutt’altro che esaltanti.
Nella XII edizione, anche grazie all’allargamento da 16 a 24 squadre, il campionato del Mondo raccoglie il meglio che il calcio possa offrire; l’unica assenza di rilievo è quella dell’Olanda, la quale solo quattro anni prima si era giocata la finale. Nel novero delle favorite manca l’Italia ma c’è, per la prima volta e per il fatto che giocasse in casa, anche la Spagna, tuttavia le migliori credenziali sono quelle del Brasile di Zico e dell’Argentina del giovane Maradona. In Europa le favorite sono: il solito carro armato targato Germania e la Francia di Michel Platini.
Scheda Mondiale
Edizione
XII
Periodo
dal 13 giugno al 11 luglio 1982
Paese organizzatore
Spagna
Città ospitanti
Alicante, Barcellona, Bilbao, Elche, Gijon, La Coruña, Madrid, Malaga, Oviedo, Siviglia, Valencia, Valladoid, Vigo e Zaragozza
Classifica finale
Italia 1°, Germania Ovest 2°, Polonia 3°, Francia 4°
Squadre partecipanti
24
Spettatori totali
1.856.277
Spettatori per partita (media)
35.698
Partite giocate
52
Marcatori
99
Gol realizzati
146
Gol a partita
2,8
Rigori concessi
8
Giocatori schierati
390
Giocatori espulsi
5
Il più giovane
Norman Whiteside (Irlanda del Nord) 17 anni e 41 giorni
Il veterano
Dino Zoff (Italia) 40 anni e 133 giorni
Arbitro italiano
Paolo Casarin
Capocannoniere
Paolo Rossi (Italia) con 6 gol
Statistiche Mondiale 1982
Le “furie rosse” giocano in casa ma confermano ciò che era stato fino ad allora e cioè l’idiosincrasia congenita per la manifestazione: dopo aver tribolato oltre al lecito nel primo turno, superato solo grazie al maggior numero di gol rispetto alla Iugoslavia, vanno fuori nel secondo turno classificandosi ultimi nel girone a tre che li oppone a Germania e Inghilterra. Il secondo turno è fatale anche a squadre come appunto l’Inghilterra, il Brasile, l’Argentina e l’Unione Sovietica.
Le due superfavorite, Brasile e Argentina, finite nel gruppo di Barcellona, devono fermarsi davanti all’Italia che clamorosamente va avanti.
Dai quattro turni con tre squadre escono solo le quattro semifinaliste e sono: Italia, Germania Ovest, Polonia e Francia.
I polacchi in semifinale vengono regolati dagli Azzurri con un tondo 2 a 0, da annotare l’assenza del miglior calciatore per i bianco rossi, cioè Boniek che era squalificato, mentre Platini e compagni si devono inchinare davanti alla potente Germania, dopo un match durissimo e combattutissimo che si chiude solo ai rigori, dopo un 3 a 3 fino al 120esimo. Da annotare come tra Germania e Francia fino al 98esimo minuto i francesi guidassero per 3 a 1, dopo ovviamente un 1 a 1 ai tempi regolamentari, ma i tedeschi riescono a recuperare e vincere, oramai stremati, alla lotteria dei rigori.
La finale, come già detto, vede il tripudio per i nostri colori, con un eccitato Sandro Pertini, il quale diventa una star nel Santiago Bernabeu di Madrid.
Nonostante il rigore sbagliato da Cabrini nel primo tempo, la seconda frazione di gara è a senso unico e vede l’apertura delle marcature da parte di Rossi, seguita da quello che è il simbolo di quel mondiale e cioè il 2 a 0 firmato da Tardelli che scappa via urlando, infine sigilla il risultato Altobelli e a poco serve il gol della bandiera di Breitner.
Tardelli scappa via urlando dopo il gol del 2 a 0 in finale
L’armonia che regnava tra gli Azzurri è rappresentata dall’immagine indelebile del commissario tecnico e del presidente della Repubblica che, durante il viaggio di ritorno da Madrid, giocano a carte in aereo insieme a Zoff e Causio, mentre sul tavolino da gioco fa bella mostra di sé la Coppa del Mondo.
Zoff, Causio, Bearzot e Pertini giocano a carte con la Coppa del Mondo in bella vista
Stadi
Città
Stadio
Posti
Anno
Alicante
Stadio José Rico Pérez
35.886
1974
Barcellona
Camp Nou
97.679
1957
Barcellona
Stadio de Sarriá
40.400
1923
Bilbao
Stadio San Mamés
46.223
1913
Elche
Stadio Martínez Valero
53.290
1976
Gijon
Stadio El Molinón
45.153
1908
La Coruña
Stadio Riazor
34.190
1944
Madrid
Stadio Santiago Bernabéu
90.800
1947
Madrid
Stadio Vicente Calderón
65.695
1966
Malaga
Stadio La Rosaleda
34.411
1941
Oviedo
Stadio Carlos Tartiere
28.421
1932
Saragozza
La Romareda
41.806
1957
Siviglia
Stadio Benito Villamarín
50.253
1929
Siviglia
Stadio Ramón Sánchez Pizjuán
68.110
1958
Valencia
Stadio Luis Casanova
47.542
1923
Valladolid
Stadio José Zorrilla
29.990
1982
Vigo
Stadio Balaídos
56.790
1928
Stadi del Mondiale 1982
I protagonisti
Bruno Conti, Dino Zoff e Paolo Rossi. Tre posti occupati da altrettanti italiani e non potrebbe che essere così.
Conti possiede dei piedi da brasiliano e una finta di corpo che lascia sul posto gli avversari. Tecnicamente non ha limiti, opera sia sulla fascia destra che da quella sinistra, arrivando sempre sul fondo e infilando in area sempre pericolosi traversoni.
Zoff è il capitano e portavoce di quella squadra chiusa nel silenzio stampa a causa delle critiche piovute dai quotidiani italiani. Ha superato i quarant’anni eppure non li dimostra affatto.
Rossi è invece una scommessa vinta da parte di Enzo Bearzot: reduce da un biennio di inattività a causa di una squalifica, Pablito, che è tornato in campo 43 giorni prima della convocazione, esplode nell’ultima parte del secondo turno, rifilando tre gol al Brasile, 2 alla Polonia e uno alla Germania. In quell’anno gli arriva il pallone d’oro.
Il caso
Fra le numerose novità che Espana 82 mette in vetrina c’è anche il Kuwait.
Il traguardo è raggiunto anche per la passione calcistica di uno sceicco, presidente della federazione calcistica di quel Paese e membro del CIO.
Il 21 giugno ’82, a Valladolid, dopo l’1 a 1 contro la Cecoslovacchia che ha illuso gli arabi, il match tra Kuwait e Francia è teatro di una scena assolutamente unica. Siamo all’80esimo minuto e il gol del 4-1 per i transalpini è contestato dagli arabi, a loro dire fermatisi per un fischio sentito partire dagli spalti prima della conclusione vincente del calciatore francese.
A quel punto dalla tribuna delle autorità, tutto di bianco vestito, arriva in campo lo sceicco Al Sabah che intrattiene un lungo conciliabolo con l’arbitro russo Stuper. Alla ripresa del gioco si riparte incredibilmente dal 3-1: gol annullato.
I provvedimenti della Fifa non tardano: ammonizione per lo sceicco, 25 mila franchi di multa per la federazione araba e sospensione per l’arbitro.
https://youtube.com/watch?v=v4jVb_9IwI8
Il record
Appartiene sempre all’Italia il record stabilito in quel Mondiale. Infatti non era mai successo che una squadra, per vincere la Coppa del Mondo, dovesse battere le tre squadre che prima di lei avevano alzato al cielo la coppa stessa.
Succede all’Italia, costretta a vincere contro il Brasile, che aveva trionfato nel 1970 (proprio contro l’Italia nell’ultima finale per la Coppa Rimet), l’Argentina che era fresca campione in carica e in finale la Germania Ovest che aveva vinto la competizione del 1974.