La battaglia di Santiago del Cile

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Battaglia di Santiago

Quella che stiamo per raccontare è probabilmente la peggiore e più violenta gara di calcio mai vista, almeno su un campo della Coppa del Mondo. La battaglia, perché realmente di questo si tratta, fu disputata nello Stadio Nazionale a Santiago del Cile.

Davanti a 66.057 spettatori paganti, le due nazionali di Cile e Italia, con la complicità dell’arbitro inglese Ken Aston, dettero il peggior spettacolo possibile. Questo match di calcio è ricordato come la gara più sleale e dura mai giocata.

Antefatti

Nonostante il Paese non fosse all’altezza, con varie carenze economiche e infrastrutturali, il Cile fu scelto dalla FIFA come Nazione ospitante della Coppa del Mondo 1962. Una scelta alquanto bizzarra, resa ancora più assurda dal terribile terremoto che colpì Valdivia, il più potente terremoto mai registrato nella storia, con magnitudo a 9,5.

Il Cile si presenta nella manifestazione, quindi, con varie carenze e in una situazione critica. Tutto ciò messo in risalto dalla stampa europea e in particolar modo da quella italiana. I giornalisti italiani Antonio Ghirelli del Corriere e Corrado Pizzinelli de il Resto del Carlino le voci più critiche. Giusto per fare un esempio, il Resto del Carlino intitola “Santiago, i confini del mondo: l’infinita tristezza della capitale cilena” e nel pezzo si poteva leggere:

il simbolo triste di uno dei paesi sottosviluppati del mondo e afflitto da tutti i mali possibili: denutrizione, prostituzione, analfabetismo, alcolismo, miseria […] Sotto questi aspetti il Cile è terribile e Santiago ne è la sua espressione più dolente, tanto dolente che perde in sé le sue caratteristiche di città anonima […] Interi quartieri della città praticano la prostituzione all’aria aperta”

La tensione sale alle stelle e i giornalisti cileni invocano l’espulsione dei colleghi italiani. Addirittura un giornalista argentino, scambiato per italiano, viene malmenato in un locale.

Inoltre i sudamericani hanno già qualche dente avvelenato dal fatto che l’Italia fa largo uso di oriundi naturalizzati (Sivori e Maschio su tutti).

Il racconto della partita

È il 2 giugno del 1962 e, come detto, siamo Santiago del Cile, difronte c’è la squadra di casa, il Cile, e gli azzurri che in quella manifestazione, come detto, si presentano con molti oriundi.

La nazionale cilena, all’esordio contro la Svizzera, uscì vincitrice per 3-0, mentre gli italiani pareggiarono 0-0 con la Germania Ovest, quindi la nostra nazionale aveva bisogno dei 2 punti.

L’arbitro dell’incontro è l’inglese Ken Aston, dopo che la FIGC aveva ricusato la prima scelta, lo spagnolo Ortiz de Mendíbil, reo di parlare la stessa lingua dei cileni. Aston che si trova alla seconda gara del Cile, dopo quella di apertura.

Sapendo che sarebbe stata una partita difficile, gli italiani, scendendo in campo, avevano lanciato garofani bianchi verso i tifosi, che risposero con bordate di fischi.

Il primo caso fu al minuto 5, quando l’azzurro Mario David entra duro sul cileno Leonel Sánchez, sulla scena arriva il cileno Jorge Toro che spinge via David, il quale reagisce e rifila due calci a Toro. Durante la mischia che ne scaturì l’oriundo Humberto Maschio rifilò un pugno a Sánchez, non visto dall’arbitro.

Al minuto 7 si replica, questa volta è Giorgio Ferrini che reagisce a un fallo da tergo di Honorino Landa, visto dall’arbitro arriva la prima espulsione. Durante la mischia Sánchez restituì il pugno a Maschio, anche questa volta non visto dall’arbitro ma con Maschio finito a terra e con il naso rotto. Mancando ancora le sostituzioni, l’azzurro dovette terminare la gara in quelle condizioni.

Durante i minuti seguenti, non volendo uscire dal campo Ferrini, dovettero intervenire i Carabineros de Chile, i quali furono chiamati altre 3 volte durante la gara.

Al minuto 38 un normalissimo fallo di David buttò a terra Sánchez, l’azzurro ne approfittò per regalare un calcione al cileno, il quale si alzò e tirò un pugno all’azzurro. Fatti visti dall’arbitro che non intervenne sulla reazione.

Passarono pochi minuti e David regalò un altro calcio da sport differenti al cileno Sánchez, questa volta l’arbitro inglese fu solerte e allontanò l’italiano. Ne scaturirono forti proteste, una mischia e un nuovo intervento della polizia cilena.

In 9 contro 11 e con un calciatore con il setto nasale rotto, l’Italia resse fino al minuto 74, quando la rete di Jaime Ramírez sbloccò il risultato. Il raddoppio di Toro al minuto 88 volle dire eliminazione per gli azzurri.

Conseguenze

L’arbitro dell’incontro, considerate le molte sviste, fu “eliminato” dalla manifestazione e non diresse più una gara della Coppa del Mondo, benché fino a quel momento era considerato uno dei migliori fischietti al mondo.

Dopo qualche anno fu lo stesso arbitro ad ammettere gli errori, ma difendendosi dicendo che stava dirigendo un incontro militare e non una partita di calcio. Lo stesso fischietto ammise di aver avuto intenzione di interrompere il match ma di non averlo fatto per paura di un’insurrezione da parte dei tifosi.

Da quel momento forse nasce anche l’attrito tra gli italiani e gli arbitri, a tal punto che un quotidiano titolò “L’Italia perde contro Aston“.

Per qualche settimana la polizia italiana dovette fare la guardia al consolato cileno a Milano.

Al di là di quanto successo in seguito, quello che andò in scena fu un bruttissimo spettacolo, tra i peggiori mai visti durante una Coppa del Mondo.