La nazionale svedese ha una storia celebre e, nonostante l’assenza della Coppa nella propria bacheca, si è imposta in un determinato periodo, facendo presenza fissa nelle posizioni che contano della manifestazione.
Il primo Mondiale giocato, per la Svezia, risale al 1934; si trattava della Coppa del Mondo organizzata in Italia e la nazionale scandinava si era qualificata battendo Estonia e Lituania. In quella edizione della Coppa del Mondo i gialloblu batterono l’Argentina agli ottavi di finale e persero contro la Germania ai quarti.
Logo della federazione svedese
La prestazione maiuscola, più per fortuna che per merito, arriva quattro anni dopo, quando nel Mondiale francese del 1938 batte agli ottavi, a tavolino, l’Austria che era stata annessa alla Germania; nei quarti incontra Cuba che soccombe per 8-0, in semifinale la prima vera sfida contro l’Ungheria e la sconfitta; altra sconfitta anche nella finalina per il terzo posto, contro il Brasile per 4-2. La Svezia arriva quarta.
I Mondiali vengono interrotti per la seconda guerra mondiale e questo probabilmente toglie qualche possibilità di vittoria alla Svezia che alla ripresa dei giochi, nel 1950, si posiziona terza, alle spalle di Uruguay e Brasile. Al mondiale brasiliano a brillare furono Karl-Erik Palmér e Stig Sundqvist, due campioni che da lì a poco avrebbero avuto i riflettori della Serie A addosso.
Ultimo canto del cigno svedese arriva nel mondiale casalingo del 1958 quando arrivò in finale e perse contro il Brasile di un certo Pelè, giovanissimo, appena 18enne, e decisivo in finale con una doppietta. Per gli svedesi erano gli anni di Nils Liedholm e di Bengt Gustavsson.
Dal 1958 al 1994 la nazionale scandinava non riuscì più a piazzarsi in posizioni degne di nota, anzi, tante edizioni furono anche saltate per la non capacità di qualificarsi.
Dopo 36 anni, quindi nel mondiale americano del 1994, la Svezia ovviamente poco ha a che fare con quella del 1958, nel mentre è cambiato il mondo e il calcio è tutta un’altra cosa. La Svezia si presenta al Mondiale con poche pretese e infila una serie di risultati stupefacenti, qualificandosi fino alla semifinale dove fu sconfitta dal Brasile di Romário e Bebeto. La finalina contro la Bulgaria fu un trionfo, un 4-0 che portava la firma di tutti i principali protagonisti di quel Mondiale: Kennet Andersson, Henrik Larsson, Håkan Mild e Tomas Brolin.
Dal Mondiale americano in poi, nonostante ci siano stati anni con la presenza di Zlatan Ibrahimovic, è tornato il quasi anonimato per una nazionale che storicamente ha graffiato ma che oggi fatica tantissimo.