Il cammino sportivo della Croazia si accompagna, e come potrebbe essere diversamente, alla sofferta storia politica del paese. Trascurando gli anni di inizio secolo (la federazione calcistica nasce nel 1912), la Croazia dal 1918 al 1939 fa parte della Jugoslavia, dalla quale si separa alla vigilia della seconda guerra mondiale.
Nel 1945 rientra a far parte della Jugoslavia, fino al suo completo smembramento, tutt’altro che indolore, nei primi anni del ’90. Il 17 ottobre del 1990, con un Croazia-USA, torna a far parlare di sé la Nazionale che gioca in maglia a scacchi biancorossi.
Iscritta la prima volta per l’edizione del Mondiale 1998 in Francia. Assente solo in Sudafrica nel 2010, gioca i Mondiali del 98, 2002 e 2006, 2014 e 2018.
Proprio all’esordio nel 1998, con una serie di vittorie che vanno al di là di qualsiasi previsione, centra il terzo posto ed è il miglior risultato raggiunto dalla squadra dei Balcani. Proprio in Francia la Croazia piazza anche un proprio calciatore al primo posto della classifica dei capocannonieri e si tratta di Davor Šuker. Si ferma sempre al primo turno, ma quando non lo fa è praticamente certo che si giocherà una finale. Oltre a quella del terzo/quarto posto giocata nel 1998, nel 2018, nel Mondiale in Russia, riesce addirittura ad arrivare in finale. In entrambi i casi (1998 e 2018) è la Francia a bloccare i sogni di gloria.
In tempi passati la Croazia ha fatto affidamento su calciatori che giocavano nel campionato italiano, ricordiamo tra gli altri: Tudor, Boksic, Jarni e il già citato Suker. Ma molti sono i calciatori che hanno giocato all’estero e sono ricordati con piacere, come per esempio Modric o Boban.
Nelle fasi di qualificazioni arriva seconda, alle spalle della Danimarca e quindi deve giocarsi lo spareggio con l’Ucraina, superata grazie al 2-0 in casa del 29 ottobre 1997. Curiosamente anche la Jugoslavia, nonostante lo smembramento del 1990, gioca questo Mondiale; naturalmente non si tratta della vecchia Jugoslavia ma di quella che poi si sarebbe chiamata Serbia, la quale, per il 1998, si presenta alla competizione con il vecchio nome.
La Croazia, guidata dal CT Miroslav Blažević, in questo Mondiale costituisce la grande sorpresa e arriva addirittura terza, abbiamo quindi dedicato un articolo intero alla prestazione croata durante il Mondiale.
Qui riportiamo la classifica del gruppo H, nel quale era inserita
Gruppo H 14 Giugno 1998 alle 21:00 Stadio Bollaert-Delelis di Lens
Giamaica
1 - 3
Croazia
Gruppo H 20 Giugno 1998 alle 14:30 Stadio della Beaujoire di Nantes
Giappone
0 - 1
Croazia
Gruppo H 26 Giugno 1998 alle 16:00 Parc Lescure di Bordeaux
Argentina
1 - 0
Croazia
Ottavi 30 Giugno 1998 alle 16:30 Parc Lescure di Bordeaux
Romania
0 - 1
Croazia
Quarti 04 Luglio 1998 alle 21:00 Stadio di Gerland di Lione
Germania
0 - 3
Croazia
Semifinale 08 Luglio 1998 alle 21:00 Stade de France di Saint-Denis
Francia
2 - 1
Croazia
Finale terzo posto 11 Luglio 1998 alle 21:00 Parco dei Principi di Parigi
Olanda
1 - 2
Croazia
Mondiali 2002 in Giappone e Corea del Sud
Nonostante una sola presenza durante le fasi finali di un Mondiale, la Croazia 4 anni prima ha dimostrato di essere una nazionale temibile e da tenere in debita considerazione. Con questo spirito ci si presenta al Mondiale asiatico del 2002. La Croazia si qualifica agevolmente, mandando il Belgio negli spareggi e obbligando la Scozia a rimanere esclusa.
Inserita nel gruppo G, insieme all’Italia, fresca finalista dell’Europeo del 2000, al Messico e all’esordiente Ecuador, per gli osservatori si tratta del girone di ferro. La Croazia nel mentre ha cambiato CT, affidando la panchina a Mirko Jozić.
La Croazia scende la prima volta in campo il 3 giugno 2002 contro il Messico, in una partita combattuta che perde di misura. La seconda gara contro gli azzurri è già decisiva, infatti in caso di vittoria italiana e, contemporaneamente messicana, la nazionale a scacchi sarebbe già fuori dal mondiale. Contro gli azzurri la partita è molto tesa, nel primo tempo l’Italia perde Nesta per infortunio, all’inizio del secondo tempo Vieri realizza ma l’arbitro annulla la rete (segnalazione sbagliata). Passano pochi minuti e Vieri replica l’azione, questa volta regolare. I croati subiscono ma l’Italia sbanda verso il minuto 70, in soli 3 minuti la Croazia riesce a infilare due volte la porta di Buffon, al minuto 73 con Ivica Olić e al minuto 76 con Milan Rapaić.
La classifica parziale dice: Messico 6, Croazia 3, Italia 3, Ecuador 0. Teoricamente, avendo affrontato Messico e Italia, per la Croazia la strada è in discesa, infatti in caso di vittoria sul modesto Ecuador la qualificazione è guadagnata, nel peggiore dei casi (vittoria dell’Italia) grazie alla differenza reti.
La terza gara però viene sbagliata totalmente, il già eliminato Ecuador non fa da comparsa e gioca la partita, i croati hanno fatto turnover e si trovano sorpresi dalla tenacia dei sudamericani. Incredibilmente finisce 1-0 per l’Ecuador. A 3 punti bisogna sperare in una vittoria larga del Messico sull’Italia, così da passare a 3 punti come miglior seconda grazie alla differenza reti, ma sull’altro campo ci pensa Del Piero a pareggiare, al minuto 85, la partita contro i messicani. Ecco quindi la classifica finale:
Gruppo G 03 Giugno 2002 alle 10:30 Stadium di Niigata
Croazia
0 - 1
Messico
Gruppo G 03 Giugno 2002 alle 14:30 Dome di Sapporo
Italia
2 - 0
Ecuador
Gruppo G 08 Giugno 2002 alle 12:00 Soccer Stadium di Kashima
Italia
1 - 2
Croazia
Gruppo G 09 Giugno 2002 alle 09:30 Miyagi Stadium di Rifu
Messico
2 - 1
Ecuador
Gruppo G 13 Giugno 2002 alle 14:30 Stadium di Ōita
Messico
1 - 1
Italia
Gruppo G 13 Giugno 2002 alle 14:30 International Stadium di Yokohama
Ecuador
1 - 0
Croazia
Mondiali 2006 in Germania
Il fallimento del 2002 porta molti cambiamenti nella nazionale croata, insieme ad alcuni calciatori arrivati al limite di età, come per esempio Šuker, Prosinečki, Alen Bokšić, Mario Stanić e Robert Jarni, lascia anche il CT sostituito da Zlatko Kranjčar.
L’urna regala il Brasile come testa di serie, l’Australia e nuovamente il Giappone, come nel 1998. Nel mondiale del 2006, grazie a una nuova generazione di calciatori, la Croazia vuole eliminare la macchia del 2002.
Si scende in campo per la prima partita contro il temibile Brasile il 13 giugno 2006 all’Olympiastadion di Berlino. I sud americani giocano decisamente sotto le aspettative ma riescono comunque a battere di misura i croati, un inizio non certo facile per la squadra dei balcani.
Nella seconda gara bisogna fare risultato così da essere certi di avere qualche possibilità di qualificazione. Finisce a reti bianche la gara tra Croazia e Giappone sul terreno di Norimberga.
Con la classifica parziale che recita: Brasile 6, Australia 3, Croazia e Giappone 1, la terza sfida è già a eliminazione diretta per gli australiani, assenti dal mondiale 1974 e guidati in questa spedizione da Guus Hiddink. I croati si portano per due volte in vantaggio, con gol di Darijo Srna (primo gol croato durante la manifestazione, arrivato solo alla terza partita) e poi con Niko Kovač, in entrambi i casi raggiunta sul pareggio. Agli ottavi, così, ci va l’Australia, con la Croazia eliminata per la seconda volta di fila durante le fasi a gironi.
Dopo l’assenza del 2010, la Croazia torna in una Coppa del Mondo, inserita nel girone A, in quello che gli osservatori definiscono il girone di ferro. La nazionale croata trova maglie conosciute, infatti dovrà affrontare, come nell’ultima partecipazione, il Brasile all’esordio e poi ci sarà il Messico, già avuto nel mondiale del 2002.
La Croazia, guidata sulla panchina da uno dei calciatori del 2006, nonché dall’ultimo croato ad aver segnato in un mondiale, Niko Kovač, come già detto, nella gara di inaugurazione trova nuovamente il Brasile, ma questa volta la partita è quella di apertura del Mondiale e i sud americani sono padroni di casa. Ciò non costituisce un problema per i croati, che partono bene e si portano in vantaggio al minuto 11 grazie a un’autorete del difensore brasiliano Marcelo che, nel tentativo di anticipare Nikica Jelavić, su assist di Ivica Olić, spedisce nella propria porta la palla. Si tratta però solo di un’illusione, poiché i brasiliani, spinti dal tifo di casa, ne rifilano 3 agli europei.
Per la seconda gara si affronta la squadra più abbordabile del gruppo, cioè gli africani del Camerun, non c’è partita e la Croazia ne segna 4, con Olić, Ivan Perišić e doppietta di Mario Mandžukić.
La classifica temporanea dice: Brasile 4, Messico 4, Croazia 3 e Camerun 0. Come già successo varie volte, la Croazia deve vincere l’ultima gara e davanti c’è il Messico. La partita è combattuta fino al minuto 72, quando i centroamericani si portano in vantaggio, a quel punto la Croazia si deve scoprire e arrivano altri 2 gol. A poco serve il gol bandiera di Perišić al minuto 87.
La Croazia torna a casa per la terza volta di fila al primo turno, molto amareggiata perché la rosa era promettente ed evidentemente mal gestita.
Nel 2018 la Croazia arrivata terza nel 1998 è oramai un lontano ricordo, nei Mondiali successivi non ha mai superato la fase a gironi e, addirittura, non ha nemmeno partecipato al Mondiale del 2010, quindi quella che si presenta in Russia, nel 2018, è considerata una buona formazione ma in pochi si aspettano possa fare grandi cose.
Viene sorteggiata nel Gruppo D, insieme ad Argentina, Nigeria e l’esordiente Islanda. Bisogna stare attenti proprio a quest’ultima poiché potrebbe essere la rivelazione di questo Mondiale.
In realtà, come 20 anni prima, stupisce tutti e si deve arrendere, nuovamente, alla sola Francia, questa volta in finale e non in semifinale. Si tratta di un’ulteriore favola, scritta nuovamente dai croati, ai quali abbiamo dedicato un ulteriore articolo.
Qui il risultato del gruppo D e le partite della Croazia.